Thomas Hobbes è una delle personalità più singolari del pensiero moderno e una figura ancora oggi significativa per la radicalità delle posizioni teoriche. Vissuto in uno dei periodi più sanguinosi e instabili della storia inglese, nasce a Westport nel 1558 è stato filosofo e matematico britannico e sostenitore del giunsnaturalismo. La sua opera più importante è il "Leviatano", il libro tratta il problema della legittimità e della forma dello Stato, all'interno del libro spiega il motivo per il quale secondo lui il potere temporale e religioso non dovrebbero essere separati.
Inoltre si interessò anche di storia geometria etica e economia.
La descrizione che Hobbes da alla natura umana, è abbastanza pessimistica in quanto la definisce egoista e competitiva, molto celebri sono le frasi con le quali descrive l'umanità e sono
Bellum omnium contra omnes - la guerra di tutti contro tutti
Homo homini lupus - ogni uomo è lupo per l'altro uomo
HOBBES E LA TEORIA MATERIALISTICA
Secondo il filosofo gli individui sono animali mossi dall'egoismo, quindi mossi ad agire in vista del proprio interesse personale in un perenne conflitto contro tutti. Tale idea deriva dalla prospettiva materialistica con cui Hobbes vede l'uomo, considerandolo un essere interamente naturale e corporeo, infatti non solo le funzioni fisiologiche ma anche quelle mentali possono e devono essere spiegate in termini esclusivamente materiali.
Fin dalle prime pagine del Leviatano, precisa che la conoscenza deriva dai sensi, e a sua volta la conoscenza e spiegata in termini di movimento dei corpi. Infatti essa nasce da un moto sollecitato dagli oggetti esterni negli organi di senso e attraverso i nervi nel cervello. In questo modo l'apparato percettivo reagisce producendo le immagini degli oggetti. Le immagini permangono nella nostra memoria e collegandosi con altre immagini danno origine alla immaginazione, che non è nulla di immateriale in quanto si limita a connettere le sensazioni. Alle immagini vengono poi attribuiti i nomi che vengono connessi ai ragionamenti. L'intelletto per Hobbes ha una funzione computazionale, in quanto collega i nomi attribuiti convenzionalmente alle immagini delle cose grazie al linguaggio, il quale a sua volta svolge un duplice compito di memorizzazione e di comunicazione.
Nella prospettiva materialistica hobbesiana anche i concetti di bene e male sono riconducibili alla corporeità, identificandosi rispettivamente con ciò che favorisce o danneggia la conservazione fisica dell'uomo. La libertà, poi, si riduce alla "libertà di fare ciò che la volontà ha deciso", e non è mai "libertà di volere", essendo la volontà intrinsecamente necessitata.
LA TEORIA DELL'ASSOLUTISMO POLITICO
Le condizioni del benessere si un società risiedono nella costituzione di un potere assoluto in grado di regolare e disciplinare gli istinti negativi degli uomini, per natura portati ad istinti aggressivi e egoistici. Hobbes individua alcuni istinti fondamentali, come quello della autoconservazione, che spinge gli umani ad agire sempre a fine dei propri interessi. Per questa motivazione, secondo Hobbes nell'ipotetico stato di natura, regna la guerra tutti contro tutti. Si tratta di una situazione di massima libertà, ma anche si strema precarietà e insicurezza, ognuno ha infatti diritto illimitato sulle cose e non esita ad usare la violenza per ottenere o difendere ciò che è di suo interesse. L'unica soluzione per uscire da una situazione del genere è seguire la via indicata dalla ragione, che prescrive alcune leggi naturali fondamentali. Secondo tali leggi è opportuno che gli uomini sacrifichino i propri diritti naturali per costituire una società politica e civile. Devono dunque stabilire un patto di unione, con cui le loro volontà convergono verso un medesimo obbiettivo: la sopravvivenza collettiva. E un patto di sottomissione, grazie a cui alienano i propri diritti e poteri a un uomo a ad un'assemblea di uomini, in grado di ridurre i diversi voleri a una sola volontà.
Lo Stato o Leviatano, che ha un potere assoluto, deve emanare le leggi e farle rispettare punendo coloro che trasgrediscono. Inoltre ha pieno controllo sulle azioni e opinioni di tutti e stabilisce i criteri del bene e del male. Tuttavia, lo Stato ha anche dei limiti, in quando non può emanare ordini che mettano a repentaglio la vita e la sicurezza dei sudditi (sarebbe una contraddizione alla tutela della loro sicurezza), e deve lasciare un margine di libertà ai privati cittadini.
Per quanto riguarda la religione Hobbes, ritiene che il sovrano debba assumere anche la suprema autorità religiosa perché, una volta riconosciuto il suo potere assoluto nessuno si potrà mai mettere contro di lui.
Inoltre si interessò anche di storia geometria etica e economia.
La descrizione che Hobbes da alla natura umana, è abbastanza pessimistica in quanto la definisce egoista e competitiva, molto celebri sono le frasi con le quali descrive l'umanità e sono
Bellum omnium contra omnes - la guerra di tutti contro tutti
Homo homini lupus - ogni uomo è lupo per l'altro uomo
HOBBES E LA TEORIA MATERIALISTICA
Secondo il filosofo gli individui sono animali mossi dall'egoismo, quindi mossi ad agire in vista del proprio interesse personale in un perenne conflitto contro tutti. Tale idea deriva dalla prospettiva materialistica con cui Hobbes vede l'uomo, considerandolo un essere interamente naturale e corporeo, infatti non solo le funzioni fisiologiche ma anche quelle mentali possono e devono essere spiegate in termini esclusivamente materiali.
Fin dalle prime pagine del Leviatano, precisa che la conoscenza deriva dai sensi, e a sua volta la conoscenza e spiegata in termini di movimento dei corpi. Infatti essa nasce da un moto sollecitato dagli oggetti esterni negli organi di senso e attraverso i nervi nel cervello. In questo modo l'apparato percettivo reagisce producendo le immagini degli oggetti. Le immagini permangono nella nostra memoria e collegandosi con altre immagini danno origine alla immaginazione, che non è nulla di immateriale in quanto si limita a connettere le sensazioni. Alle immagini vengono poi attribuiti i nomi che vengono connessi ai ragionamenti. L'intelletto per Hobbes ha una funzione computazionale, in quanto collega i nomi attribuiti convenzionalmente alle immagini delle cose grazie al linguaggio, il quale a sua volta svolge un duplice compito di memorizzazione e di comunicazione.
Nella prospettiva materialistica hobbesiana anche i concetti di bene e male sono riconducibili alla corporeità, identificandosi rispettivamente con ciò che favorisce o danneggia la conservazione fisica dell'uomo. La libertà, poi, si riduce alla "libertà di fare ciò che la volontà ha deciso", e non è mai "libertà di volere", essendo la volontà intrinsecamente necessitata.
LA TEORIA DELL'ASSOLUTISMO POLITICO
Le condizioni del benessere si un società risiedono nella costituzione di un potere assoluto in grado di regolare e disciplinare gli istinti negativi degli uomini, per natura portati ad istinti aggressivi e egoistici. Hobbes individua alcuni istinti fondamentali, come quello della autoconservazione, che spinge gli umani ad agire sempre a fine dei propri interessi. Per questa motivazione, secondo Hobbes nell'ipotetico stato di natura, regna la guerra tutti contro tutti. Si tratta di una situazione di massima libertà, ma anche si strema precarietà e insicurezza, ognuno ha infatti diritto illimitato sulle cose e non esita ad usare la violenza per ottenere o difendere ciò che è di suo interesse. L'unica soluzione per uscire da una situazione del genere è seguire la via indicata dalla ragione, che prescrive alcune leggi naturali fondamentali. Secondo tali leggi è opportuno che gli uomini sacrifichino i propri diritti naturali per costituire una società politica e civile. Devono dunque stabilire un patto di unione, con cui le loro volontà convergono verso un medesimo obbiettivo: la sopravvivenza collettiva. E un patto di sottomissione, grazie a cui alienano i propri diritti e poteri a un uomo a ad un'assemblea di uomini, in grado di ridurre i diversi voleri a una sola volontà.
Lo Stato o Leviatano, che ha un potere assoluto, deve emanare le leggi e farle rispettare punendo coloro che trasgrediscono. Inoltre ha pieno controllo sulle azioni e opinioni di tutti e stabilisce i criteri del bene e del male. Tuttavia, lo Stato ha anche dei limiti, in quando non può emanare ordini che mettano a repentaglio la vita e la sicurezza dei sudditi (sarebbe una contraddizione alla tutela della loro sicurezza), e deve lasciare un margine di libertà ai privati cittadini.
Per quanto riguarda la religione Hobbes, ritiene che il sovrano debba assumere anche la suprema autorità religiosa perché, una volta riconosciuto il suo potere assoluto nessuno si potrà mai mettere contro di lui.
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