Passa ai contenuti principali

JOHN LOCKE

BIOGRAFIA 

John Locke, nasce a Wrington il 29 agosto del 1632 e nuore a High Laver il 28 ottobre del 1074. Filosofo e medico britannico è considerato il padre del liberalismo classico, dell'empirismo moderno e uno dei più influenti anticipatori dell'illuminismo e del criticismo.

LOCKE E L'INDAGINE CRITICA DELLE FACOLTÁ CONOSCITIVE

L'interrogativo principale della riflessione di Locke si concentra sui limiti dei poteri dell'intelletto umano. Gli esiti della ricerca del filosofo, lo portano alla constatazione che essendo l'intelligenza umana limitata dell'esperienza, all'essere umano non è consentito fare arbitrarie costruzioni concettuali che la oltrepassino. Il percorso compiuto da Locke per giungere a tale conclusione parte dalla critica delle idee innate ammesse dai filosofi razionalisti (Cartesio). Locke afferma che nella mente degli uomini non ci sono idee innate, ossia nozioni comuni a tutti gli uomini, impresse da Dio al momento della creazione; ciò è dimostrato dai i bambini e gli idioti che non le possiedono. Non resta che affermare che tutte le nostre idee provengano dall'esperienza. In particolare, dall'esperienza esterna derivano le idee di sensazione, dall'esperienza interna invece le idee di riflessione. Sensazione e riflessione sono le uniche due fonti della conoscenza.
Locke descrive la distinzione delle idee semplici da quelle complesse. Le idee semplici sono le uniche idee che l'esperienza (interna ed esterna) ci fornice. Sono idee semplici quelle del "dolce", "amaro", "freddo"... Esse sono ricevute passivamente dall'intelletto. Le idee complesse sono prodotte, invece, dall'attività del nostro intelletto, che riunisce,collega, confronta le idee semplici (padre, fratello, amicizia…) Tutta la conoscenza umana è frutto di queste attività di sintesi dell'intelletto umano. Delle idee semplici possiamo avere la certezza, non di quelle complesse. Ad esempio, l'idea di "sostanza", che deriva dalla combinazione di una serie di idee semplici, è una costruzione arbitraria dalla mente. Sia le sostanze corporee (mela, arancia, cavallo) sia quelle spirituali (anima, spirito) non sono conoscibili: esse sono infatti, derivano dalla nostra tendenza ad unificare le sensazioni a dar loro un fondamento. Dal complesso dell'opera lockiana si desume pertanto che una nuova immagine della ragione, non più assoluta e autoevidente, ma dotata di poteri finite e limitati.

LA CONCEZIONE DELLO STATO E L'AFFERMAZIONE DELLA TOLLERANZA

Secondo Locke - considerato uno dei principali teorici del pensiero liberale e democratico moderno - il potere politico si fonda sul consenso dei cittadini, da cui deriva il contatto sociale alla base della società civile e dello Stato. A differenza di Hobbes, che giungeva a esiti assolutisti, Locke riconosce che il contratto deve essere stipulato tra cittadini e il sovrano, il quale ha il compito di tutelare i diritti fondamentali e inviolabili dei cittadini. Tali diritti naturali esistono già nello stato di natura, che Locke non considerava come una condizione di guerra di tutti contro tutti, ma piuttosto come una dimensione in cui gli uomini sono illuminati da una legge naturale di carattere razionale, che li porta a godere del diritto alla vita, alla libertà, e alla proprietà. Per evitare abusi e degenerazioni che gli uomini decidono di costruire una società civile stipulando un contratto sociale, il quale implica due patti: con il patto di unione gli individui si riuniscono in società; con il patto di sottomissione i cittadini si assoggettano a un governo sovrano, che ha come suo obbiettivo primario la salvaguardia dei diritti naturali dei singoli.
Per quanto riguarda le prerogative del potere politico, Locke le chiarisce nella Lettera sulla tolleranza, sottolineando la necessità della distinzione tra sfera politica e sfera religiosa, riconoscendo piena libertà di culto a tutte le religioni ed auspicando il divieto per lo Stato di imporre una fede particolare. Al potere politico infatti, non compete "la cura delle anime" ma
l'elaborazione delle leggi e il compito di farle osservare.

Commenti

Post popolari in questo blog

TRANSCENDENCE - TRAMA

Il dottor Will Caster, il più importante ricercatore nel campo dell'intelligenza artificiale che lavora per creare la singolarità tecnologica, una macchina che combini l'intelligenza collettiva di tutto quello che è conosciuto con l'intera gamma delle emozioni umane, viene assassinato da terroristi anti-tecnologici. La moglie Evelyn ne carica il cervello in un computer, in modo che Will possa in qualche modo rivivere, con la collaborazione del suo amico e collega Max Waters che, però, mostra da subito dei dubbi sul procedimento e sulla opportunità di collegarlo a internet. Eventualità che si concretizza quando il gruppo di terroristi, di cui fa parte la ragazza di nome Bree, individua il loro nascondiglio: nel tentativo di salvare Will, Evelyn lo connette alla rete permettendogli di comunicare e portare avanti le sue ricerche grazie alla connessione con ogni computer della Terra. Evelyn, guidata da "La Macchina" (così viene indicata la coscienza cibernetica di

CARTESIO - DOMANDE SUL SUO PENSIERO

Dal dubbio metodico all'intuizione del cogito . Esiste una certezza indubitabile su cui fondare la conoscenza? Questa domanda, a cui Cartesio risponde affermativamente, è alla base di tutta la sua ricerca, che ha come obbiettivo proprio la riedificazione dal sapere a partire da un fondamento solido e sicuro. A questo scopo, fin dalle prime opere, il filosofo si interroga sul procedimento della conoscenza, rilevando che molto spesso gli uomini incorro in errori e fraintendimenti per la mancanza di un metodo rigoroso  ed efficace che gli guidi nella ricerca della verità. Per questo motivo elabora alcune regole che devono orientare l'indagine scientifica: la prima regola è la regola dell'evidenza, che prescrive di accogliere come vero soltanto ciò che è evidentemente tale; la seconda regola è quella della analisi , che prescrive di dividere ogni problema nelle sue parti elementari; la terza regola è la r egola della sintesi , che prescrive di procedere nella conoscenza con

IMMANUEL KANT

Immanuel Kant nasce a Königsberg il 22 aprile 1724 e ci muore il 12 febbraio 1804, filosofo tedesco, è stato uno dei più importanti esponenti dell'illuminismo tedesco e anticipatore degli elementi fondamentali della filosofia idealistica e della modernità. È autore di una vera e propria rivoluzione filosofia dove essa assume i caratteri di una ricerca critica sulle condizioni del conoscere. La filosofia di Kant è definita criticismo, dal greco "krino" → "io giudico", perchè si propone di definire le possibilità, i limiti e le validità delle nostre conoscenze ha quindi valore antidogmatico e riflessivo. Egli ritiene che l'uomo può avere delle conoscenze certe e universali solo da parte della scienza (matematica, fisica), mentre dalla metafisica non può che avere delle discussioni. Dalle sue riflessioni si pone determinate domande come: che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa mi è lecito sperare? A tali domande Kant dedica tutta la sua vita ri